Una piccola raccolata di immagini per confrontare la Citroen DS con la nuova DS5
Di questi tempi, inventarsi un nuovo marchio sembra roba da pazzi. Anche se, come in effetti è avvenuto all'inizio per DS, la scelta di PSA di rendere autonomo il brand da quello Citroën è maturata per il mercato cinese diversi anni fa ed è stata coronata da un successone. D'altro canto, vista la voracità dei cinesi nei confronti delle auto premium - Audi, BMW e Mercedes là si vendono come il pane, anzi sarebbe meglio dire come il riso – il Gruppo francese non poteva certo perdere il treno.
Che poi dall'altra parte del mondo percepiscano la portata storica e culturale di queste due lettere (che in francese si leggono “déesse”, cioè “dea”) è un altro affare. Ma la gestione e l'omogeneizzazione delle implicazioni del nome è un problema che PSA avrà soprattutto in Europa, dove sono tante le categorie sociali che individuano nella vecchia DS del 1955 un riferimento assoluto e atemporale tecnico (appassionati di auto e/o di bella meccanica), stilistico (entusiasti di storia del design) o d'immagine (bulimici di ciò che è “cool” e PR di discoteche di tendenza).
Nel Vecchio Continente, DS è ufficialmente un marchio a sé stante solo da marzo e il primo DS Store italiano, arredato come una boutique, ha aperto in giugno a Milano (non a caso nella città della moda), dopo l'estate verrà inaugurato a Roma il secondo e via di questo passo. Quanto alla percezione del prodotto, però, la faccenda è più complicata, perché per dare da subito un alone di novità ed esclusività a vetture che il pubblico individua da sempre come Citroën servirebbe un miracolo. Preferibilmente di una “dea”, tanto per restare in tema. Ma in Citroën, pardon, in DS, lo sanno e non hanno fretta, ritenendo che sarebbe un ottimo risultato se tra dieci anni la gente accostasse il marchio a quello di Audi, BMW, Mercedes, Infiniti, Lexus e Alfa Romeo.
Il primo modello a proporre una novità che va oltre l'ablazione del doppio “chevron” Citroën è proprio la DS5, che già in partenza si distacca dagli schemi automobilistici canonici (è una berlina con l'altezza da terra da crossover), nello stile (i due volumi non sono un'abitudine nel segmento D) e nell'abitacolo (le suggestioni aeronautiche sono più evidenti rispetto a quelle di altre auto che le millantano).